Con la serata di lunedì 5 febbraio, si è conclusa la prima fase del percorso formativo organizzato dal CSI per tutti coloro che si occupano, in particolare, dell’attività sportiva per i più piccoli.
Anche in occasione dell’ultima serata, la Sala
Spinelli del Centro Pastorale Diocesano era al completo, con grande soddisfazione degli organizzatori ma anche dei relatori.
Tema dell’incontro “La figura dell’educatore sportivo”, introdotto come di consueto da Davide Iacchetti, che ha sottolineato come lo sport, inteso in senso tecnico, non generi automaticamente un processo educativo; per fare questo è necessaria un’intenzionalità, pertanto l’essere istruttori/allenatori non può prescindere dall’essere educatori, attraverso quella relazione che i bambini ci chiedono e che ci permette di trasmettere loro qualcosa.
Primo intervento della serata quello di don Alessio Albertini, attualmente sacerdote dell’Arcidiocesi milanese, che è stato per diversi anni consulente nazionale del CSI e che quindi conosce bene la nostra realtà associativa che, promuovendo lo sport educativo riesce a far vivere ai ragazzi una esperienza positiva facendoli divertire. Attraverso esempi pratici e citazioni legati al mondo dello sport, ha cercato di “accendere delle lampadine” per farci capire quali opportunità abbiamo tra le mani nell’essere educatori, anche se questo “lavoro è decisamente faticoso”. E proprio sulle fatiche e sulle caratteristiche dell’educatore sportivo ha rivolto l’attenzione: un buon educatore sportivo è colui che non lascia mai soli i suoi ragazzi, non li abbandona, dà loro una direzione e una disciplina, sta vicino ai suoi ragazzi, gli dedica del tempo, è una sorta di giocatore d’azzardo o imprenditore di sogni perché fa tutto ciò che è nelle sue possibilità affinchè i suoi insegnamenti diano dei frutti, anche nel lungo periodo, è una persona che dice la verità, non illude i suoi ragazzi ma insegna loro che per migliorarsi bisogna fare un po’ di fatica, bisogna fare i conti anche con il dolore e la sconfitta, ed infine è un “felicitatore”, cioè un portatore sano di gioia, di felicità. In chiusura del suo intervento, molto coinvolgente, un invito rivolto in particolare ai giovani presenti in sala, a sorridere ed essere liberi e felici.
Nella seconda parte della serata l’intervento della dottoressa Lina Stefanini, pedagogista e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha analizzato gli aspetti semantici dell’educare attraverso lo sport, che comprende il rispetto delle regole, la trasmissione di valori,
la gestione corretta del nostro insieme funzionale, il problem solving, la gestione delle emozioni. Successivamente ha delineato la figura dell’educatore sportivo, che è colui che si prende cura dei ragazzi, li sa ascoltare, li guarda, li osserva, li valuta e si autovaluta, è una guida, ma nello stesso tempo gli lascia autonomia, li fa provare e sperimentare, non risolve i problemi o fornisce soluzioni ma piuttosto crea delle situazioni di difficoltà da risolvere, attraverso la sperimentazione e l’esperienza diretta.
Terminata questa prima parte generale, il percorso proseguirà, per coloro che vogliono acquisire la qualifica di educatore sportivo di 1° livello riconosciuta dal CONI, nei mesi di marzo e aprile con sei incontri teorico/pratici che si svolgeranno in palestra. Scadenza iscrizioni fissata per il 23 febbraio.